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“Non prendiamo Haaland, non vogliamo debiti”: trasferimento bloccato all’ultimo

Haaland
L’attaccante Erling Haaland (a sinistra) e il difensore Dayot Upamecano (a destra) durante la partita di Bundesliga tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund. 23 aprile 2022 (AnsaFoto)

L’attaccante norvegese, adesso in forza al Manchester City, non è stato trattato da un club a causa dell’elevato costo tra cartellino e ingaggio. 

All’interno del panorama calcistico mondiale ogni giorno nuovi talenti riescono ad emergere, si fanno notare. Ogni tot di anni, però, ci sono dei giocatori che saltano agli occhi perché sembrano appartenere ad una categoria superiore, quella degli aspiranti fenomeni.

Recentemente è accaduto a Kylian Mbappé, quando ha esordito con la maglia del Monaco pochi giorni prima di compiere 17 anni, ed Erling Haaland.

Il cammino che porta alla grandezza sportiva sembra essere alla portata del norvegese. 194 centimetri d’altezza, una falcata da centometrista e un’imponente forza fisica accompagnano un senso del gol straordinario.

Passato sotto traccia nelle prime avventure nazionali, l’attaccante che adesso veste la maglia del Manchester City si è fatto notare al Salisburgo. In Austria è durato meno di un anno, poi il Borussia Dortmund.

Un fenomeno in divenire

Nonostante debba ancora compiere 23 anni, Haaland sembra un giocatore fatto e finito, il che è spaventoso se pensiamo che possa avere davanti almeno dieci anni ad altissimi livelli. 32 gol in 30 partite di Champions League, sulla buona strada per battere il record di gol segnati in una stagione di Premier League, i numeri dicono già molto delle sue qualità e di quello che potrebbe essere la sua carriera.

Che la squadra di proprietà di uno degli sceicchi più ricchi del pianeta decida di investire sul potenziale giocatore migliore al mondo non è certamente una notizia, ma lo diventa se su quella panchina è seduto Guardiola. L’allenatore catalano, che nella sua carriera non ha mai preferito basare la propria squadra attorno ad un nove vero – ad esclusione di Lewandowski nelle stagioni al Bayern – ha spinto molto per arrivare al norvegese, con la speranza che sia l’ultimo tassello mancante per arrivare alla vittoria della Champions League.

Erling Haaland
Erling Haaland, mentre compie un’acrobazia/Ansa Foto

Niente follie

Un club che ha una filosofia imprenditoriale opposta ai Citizen è il Bayern Monaco. I bavaresi sono la dimostrazione che, nonostante le importanti disponibilità economiche si possa operare con oculatezza e intelligenza. L’attaccante che mercoledì ha segnato la rete dell’uno a zero al PSG, qualche anno fa era proprio la riserva dei parigini. L’infortunio di Mané non ha cambiato le carte in tavola, Nagelsmann gli ha concesso fiducia e il camerunese la sta ripagando.

Nel corso della scorsa estate, quando ormai era nell’aria l’addio di Robert Lewandowski, sono stati diversi i giocatori accostati al Bayern Monaco. Da Cristiano Ronaldo a Harry Kane, passando per Erling Haaland. La dirigenza bavarese alla fine ha deciso di non perseguire nessuno di questi obiettivi. Perché? La risposta è nelle parole di Oliver Kahn rilasciate in un’intervista al quotidiano francese L’Equipe:

Il trasferimento di Haaland sarebbe stato grandioso in sé, ma noi non facciamo nulla che possa intaccare la stabilità finanziaria del club, ha dichiaro l’attuale ceo ed ex portiere. “Il Bayern non ha debiti. Lavoriamo affinché vengano applicate nuove regole dall’ECA per il 2024/25, perché crediamo sia importante per tutto il calcio europeo”.