Ad Anfield Road la stagione del riscatto ripartirà in primis da Jurgen Klopp, una conferma tutt’altro che scontata, quindi importante.
“Se non sono stato esonerato è solo grazie al mio passato”. Tra il serio e il faceto, così parlò Jurgen Klopp. Non chissà quanto fa, era inizio aprile e il Liverpool era appena stato travolto 4-1 dal Manchester City di Pep Guardiola. Una delle tante delusione dei Reds in questa stagione da dimenticare in fretta.
Liverpool subito fuori dai giochi della Premier League. Liverpool annaspante in Champions League e annichilito nella fase a gironi dal Napoli, agli ottavi come seconda della classe ma umiliato ad Anfield Road negli ottavi di finale da un Real Madrid capace di vincere nel catino dei catini con un eloquente 5-2, chiudendo i giochi già nella sfida di andata.
Dopo l’uscita di scena dalla Champions League, le cose sono sì migliorate, ma neanche tanto. La situazione è talmente tanto compromessa, che Salah è compagnia sono riusciti a strappare un posto nella prossima Europa League, niente di meglio o direttamente proporzionale al blasone del club.
Normale mettere in discussione Jurgen Klopp, che si è potuto permettere il lusso di giocarsi un jolly, dopo aver riportato il Liverpool sul tetto d’Inghilterra e vinto tutto quello che c’era da vincere. Normale, però, pensare anche a una mini rivoluzione.
I Rossi di Liverpool non hanno perso tempo, anticipando alcune mosse di mercato. Una su tutte: Alexis Mac Allister, preso dal Brighton di De Zerbi, che lo ha certamente aiutato a crescere, campione del mondo da titolare (spesso) nell’Argentina di Scaloni a Qatar 2022.
Acquisto importante, perché 42 milioni di euro, bonus esclusi, non sono pochi anche se nel mondo fatato d’Inghilterra, la nazione che trae più giovamento dai diritti tv, non sono una cifra così elevata, basti pensare che è la stessa cifra utilizzata a gennaio per prendere Gakpo, addirittura la metà di quanto speso per Darwin Nunez. Tant’è.
E’ un rinforzo comunque rilevante per Klopp, calza a pennello per il suo gioco: Mac Allister (di chiare origini irlandese e scozzesi) può essere utilizzato sia sulla trequarti sia come interno di centrocampo. E’ abile ad inserirsi e vede la porta, ciò che ama l’allenatore di Stoccarda.
Vestirà la maglia numero 10, che ad Anfield ha un valore iconico relativo visto che l’ultimo top player a averla sulle spalle è stato Michael Owen. “Un sogno che si avvera”. Queste le prime parole di Mac Allister vestito di rosso: “Non vedo l’ora di incontrare i miei compagni di squadra – dice – da quando ho vinto la Coppa del Mondo, ho detto che voglio vincere più trofei possibili e penso che questo club mi aiuterà a farlo”. La stagione di un auspicabile riscatto, parte da qui.