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Clamorosa proposta: arbitri i calciatori di Serie A | Sta succedendo in queste ore

VAR, se ne parla sia in bene che in male – NewsSportive.it

La Champions League l’ha dimostrato, il VAR è una soluzione inevitabile e giusta, non può essere tolta ma deve essere migliorata.

Troppi buchi in questo VAR. L’ennesima conferma arriva dalla Champions League, dove gli errori sono ridotti al minimo, ma esistono. E cambiano volto alle partite. Nulla togliere alla qualificazione del Milan a spese del Napoli, sia chiaro.

E’ una questione di credibilità di un intero movimento. Nazionale e internazionale. Giusto non far ripetere il rigore fallito da Giroud, o più precisamente parato da Meret nel ritorno dei quarti, è stata applicata alla perfezione una regola, che piaccia o meno.

Dentro l’area al momento del tiro dagli undici metri del francese c’erano quattro giocatori del Napoli, ma nessuna parte del suo corpo si trova a terra quando viene effettuato il calcio”. Ingiusto, però, non assegnare un rigore al Napoli.

Sì, perché, è bastata una televisione, che non può avere mezzi più sofisticati di chi il regolamento deve far rispettare: Leao tocca più o meno nettamente prima il piede del Chucky Lozano, poi il pallone. Non come ha mimato un insufficiente Marciniak al momento della decisione di non fischiare un penalty sacrosanto al Napoli.

La credibilità che non c’è

Il VAR deve essere credibile per avere un senso. In Italia siamo pieni di episodi clamorosi e per certi versi inaccettabili (vedi la sparizione di Candreva in occasione del celeberrimo gol di Milik annullato in Juve-Salernitana per un fuorigioco inesistente).

Ma non è solo una questione di telecamere, ma di scelte, alcuni antitetiche è discutibili. Se viene assegnato un corner oggettivamente inesistente, il VAR non può intervenire: eppure su quell’angolo potrebbe arrivare un gol, che per assurdo potrebbe essere annullato, perché in quel caso il VAR può intervenire. E soprattutto come può giudicare un arbitro un intervento falloso, se non è mai stato giocatore?

Arbitro Marciniak – NewsSportive.it

Capovolgiamo la situazione

A questa domanda, una risposta la dà l’ex arbitro Tiziano Pieri, capovolgendo la situazione e dando la possibilità e dare a un giocatore l’opportunità di diventare arbitro. “Credo che l’unione delle forze sia fondamentale – dice l’ex direttore di gara, intervenuto ai microfoni di di Raidue Novantesimo minuto –  data la crisi di vocazioni arbitrali, che ha visto un calo di circa 4000 unità negli ultimi sette anni dovuta sia ai rimborsi bassi che ai numerosi episodi di violenza, credo sia giusto iniziare a valutare il fine carriera dei calciatori e si potrebbe considerare il loro inserimento nei quadri arbitrali“.

Secondo Pieri, iniziando intorno ai 35 anni gli ex calciatori avrebbero una decina di anni di carriera. Un esempio già c’è stato, quello di Gael Angoula, ex difensore francese. Che, ritiratosi nel 2017, ha iniziato la carriera da arbitro, tornando in Ligue 1, due stagioni fa, da direttore di gara.